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Ricordi del mio primo tradimento


di Writer722
23.09.2024    |    6.857    |    5 8.9
"Nel mio primo tradimento sono stato sopraffatto dalla paura di essere scoperto e di dovermi giustificare, questa paura si è trasformata presto in eccitazione..."
A fine percorso universitario ho iniziato ad avere più fiducia in me stesso, ho iniziato a notare gli sguardi delle ragazze ed avere amicizie femminili; ad accrescere la mia sicurezza ha contribuito la mia amica del cuore Emma (nome di fantasia) con la quale ci confidiamo oramai da 20 anni, mi ha sempre incitato ad avere più considerazione di me non capacitandosi di come io non mi accorgessi di piacere.
Inoltre, frequentare un luogo di lavoro prevalentemente femminile, mi ha aiutato a conoscerle meglio l'universo femminile.
Col tempo la mia voglia di evasione si è palesata, nella testa sono subentrati desideri fino ad allora nascosti, ho cominciato ad avere la necessità impellente di farli miei, non potevo farne a meno, fino ad allora (circa 30 anni) sono sempre stato fedele, spesso rimpiango di non aver approfittato di certe situazioni intriganti, ma in quei momenti ritenevo fosse giusto così.
Nel mio primo tradimento sono stato sopraffatto dalla paura di essere scoperto e di dovermi giustificare, questa paura si è trasformata presto in eccitazione e ne sono diventato assuefatto.
E’ il mio modo di evadere dal quotidiano, di sentire l’adrenalina che mi assale.
Ho bisogno, come tanti che non lo ammettono, di stimolare la monotona quotidianità (di cui non posso fare a meno) con un vissuto parallelo.
Ho cominciato ad osservare il mondo femminile che mi circonda sempre con più attenzione, le colleghe a lavoro, le donne al supermercato, per strada, in spiaggia o in qualunque posto mi trovavo.
Il primo tradimento, all'epoca ero fidanzato ma non con mia moglie, è stato con una collega, Donatella (nome di fantasia), con Lei ed altri colleghi avevo da subito instaurato un bel rapporto, anche al di fuori del lavoro.
Con Lei, in special modo, mi trovavo particolarmente bene, sapeva ascoltare e non mi giudicava anzi, spesso mi incoraggiava e quando serviva mi rimproverava.
Col passare dei mesi la vedevo sempre più come donna, non solo come amica, la sua vitalità, la voglia di rimettersi in gioco dopo il divorzio, la voglia di piacersi e di piacere ne avevano fatto rifiorire la femminilità per troppi anni trascurata.
Insieme ad altri colleghi ci davamo appuntamento a casa sua per un caffè e per farci delle piacevoli chiacchierate che spesso finivano con lo spettegolare di altri colleghi o conoscenti.
Un sabato pomeriggio di luglio, era veramente caldo, prima di andare al mare sono passato da lei per un saluto, quel giorno era particolarmente nervosa ma era anche particolarmente sensuale, aveva i capelli raccolti disordinatamente sulla testa e il collo scoperto, un vestitino corto a metà coscia con tanti piccoli bottoni davanti che le lasciavano intravedere lo spacco tra i seni, ai piedi un paio di zoccoli con un rialzo di 5 cm.
"Ti devo parlare di mia figlia!" mi disse con voce preoccupata, “da un pò frequenta un ragazzo molto più grande di lei e la cosa mi impensierisce, non so chi sia, cosa fa, se è un ragazzo perbene.....non so cosa pensare....".
"Se vuoi mi informo o posso parlarci, dimmi tu" le dissi, volevo consolarla, mi ha abbracciato.
Siamo rimasti molto tempo avvinghiati, la sentivo singhiozzare, avrei fatto di tutto per tirarla su di morale ma oltre a qualche parole di circostanza e stringerla forte non potevo.
Poi si è staccata accarezzandomi le guance, i suoi occhi mi hanno fissato alienandomi dal resto tanto da non accorgermi che le sue labbra si erano appoggiate sulle mie.
Ho sentito la sua la lingua cercare la mia, quel calore mi ha inebriato e ci siamo abbandonati in un bacio dolcissimo, mi ha accarezzato la schiena mentre le mie mani sono scese verso il suo sedere, ho sentito il suo corpo e fatto percepire il mio desiderio, le lingue si sono desiderate sempre con più passione.
Le sue mani hanno percorso il mio petto, la mia schiena e poi giù a cercare la mia intimità, il contatto con le sue mani mi ha donato scosse di piacere, le mie mani sui suoi seni già liberi, morbidi, i capezzoli duri, la mia lingua li ha percorsi mentre la sua mano ha accarezzato il mio uccello duro di passione.
Con la mano le ho accarezzato gli slip bagnati dal desiderio e poi dentro a masturbarla, con una e poi più dita.
Ansimante di piacere, seduta sulla poltrona e io, in ginocchio, con il viso davanti al suo ventre, la mia lingua si faceva spazio nella sua fica esplorandola voluttuosamente, la sua testa inarcata per il piacere, la nostra passione andava crescendo, ansimava, i suoi umori mi hanno riempito il viso, mi sono spinto più vicino per possederla e mentre lo abbiamo fatto i nostri occhi si fissavano.
Mi sono spinto dentro di lei con sempre più ritmo, il mio uccello dentro la sua fica mi eccitava, i suoi occhi ora socchiusi per il godere accrescevano la mia passione.
L'ho voltata accarezzandole i seni, la mia voglia aumentava, il suo ansimare anche, le ho accarezzato la fica per stimolarla ancora e, un brivido del suo corpo, un grido trattenuto di piacere, la mia voglia che esplode sopra di lei.
Ci siamo abbracciati, il suo viso radioso e sereno mi ha rallegrato per un istante prima che il rimorso e la paura per il mio primo tradimento si impossessassero di me.
Tornando a casa il rimorso era prevalente così come il timore e la vergogna di essere scoperto, quel giorno ho promesso a me stesso che non lo avrei fatto più, ma è stata la più grande bugia che ho detto a me stesso!
Da quel giorno una parte di me è uscita allo scoperto, ma questo lo racconterò in seguito!
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